L'invocazione del Nome di
Gesù
1 -
L'invocazione di Gesù può essere fatta in molti modi. Ognuno può trovare la
forma che più gli è facile nella preghiera personale, ma, qualsiasi formula
venga usata, il cuore e il fulcro dell'invocazione dovrà essere il Sacro Nome
stesso, la parola «Gesù», nella quale risiede tutta la forza dell'invocazione.
2 - Il Nome
Gesù può essere invocato da solo, oppure in una frase più sviluppata.
Nell'Oriente la frase più comune è: «Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi
pietà di me, peccatore». Ma si potrebbe semplicemente dire: «Gesù Cristo», o
«Signore Gesù». L'invocazione può essere ridotta anche alla sola parola «Gesù».
3 -
Quest'ultima forma, cioè il solo nome Gesù, è il modello più antico
dell'invocazione del Nome.
E’ la più
breve e la più semplice e, crediamo, la più facile. Quindi, senza deprezzare le
altre forme, possiamo suggerire l'uso della sola parola « Gesù ».
4 - Così,
quando parleremo della invocazione del Nome, intendiamo la frequente e devota
ripetizione del Nome stesso, «Gesù», senza altre aggiunte. Il Sacro Nome è la
preghiera.
5 - Il nome
di Gesù può essere pronunziato o pensato silenziosamente. In ambedue i casi vi
è una vera invocazione del Nome: orale nel primo, puramente mentale nel
secondo. Questa preghiera favorisce un facile passaggio dall'orazione orale a
quella mentale; la ripetizione orale del nome, se è lenta e pensosa, fa sì che
si giunga alla preghiera mentale e predispone l'animo alla contemplazione.
6 -
L'invocazione del nome può essere praticata ovunque e in qualsiasi momento;
possiamo pronunciare il Nome di Gesù nelle strade, dove lavoriamo, nella nostra
stanza, in chiesa, ecc.... Possiamo ripetere il nome mentre camminiamo. Oltre a
questo libero uso del nome, non determinato o limitato da nessuna regola, buona
cosa è stabilire un tempo e un luogo per una regolare invocazione del Nome. Chi
è avanzato in questa forma di preghiera può fare a meno di tali adattamenti,
che sono però una necessaria condizione per i principianti.
7 - Se
vogliamo consacrare ogni giorno qualche tempo all'invocazione del Nome, (oltre
alla libera invocazione che dovrebbe essere fatta il più frequentemente
possibile), dobbiamo seguire la norma di praticarla, circostanze permettendo,
in un posto solitario e quieto. - Quando tu preghi, entra nel segreto della
tua stanza, e, chiusa la porta, allora prega il tuo Padre che è nel segreto
-.La posizione del corpo non ha molta importanza: si può camminare, sedere,
stare distesi o in ginocchio. La migliore posizione è quella che conduce a una
maggiore quiete fisica e concentrazione interiore. La posizione esprimente
umiltà e adorazione dà maggior aiuto.
8 - Prima di
iniziare l'invocazione del nome di Gesù mettiti in pace con te stesso,
concentrati e domanda l'ispirazione e la guida dello Spirito Santo. «Nessun
uomo può dire: Gesù è il Signore, se non mediante lo Spirito Santo». Il Nome di
Gesù non può mai penetrate nel cuore che non è ricolmo del purificante soffio
della fiamma dello Spirito. Lo Spirito stesso abiterà e accenderà in noi il
Nome del Figlio.
9 - A
questo. punto, semplicemente comincia; per camminare si deve fare il primo
passo; per nuotare ci si deve gettare nell'acqua. Lo stesso accade per
l'invocazione del Nome. Principia a rispettarlo con adorazione e amore, afferrati
a lui, pronuncialo con frequenza. Non pensare di stare invocando il Nome, pensa
soltanto a Gesù. Dì il suo nome piano, dolcemente, quietamente.
10 - Un
errore comune a tutti i principianti è il desiderio di associare l'invocazione
del Sacro Nome a una profonda e intensa emozione, tentando di pronunciarlo con
gran forza. Ma il nome di Gesù non è fatto per essere urlato, o formulato con
violenza, ancorché interiore. Quando a Elia fu comandato di stare davanti al
Signore, si scatenò un grande e forte vento, ma il Signore non era nel vento; e
dopo il vento venne il terremoto, ma il Signore non era nel terremoto; e dopo
il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco venne una
sommessa piccola voce. E fu così che quando Elia la udì nascose la sua faccia
nel mantello, e uscì fuori e rimase in adorazione.
Lo strenuo
sforzo e la ricerca di uno stato di tensione non giovano. Nel ripetere il Sacro
Nome, raccogli quietamente, a poco a poco, i tuoi pensieri, le tue sensazioni,
la tua volontà attorno a esso: ricomponi su di lui il tuo intero essere. Lascia
che il Nome penetri la tua anima, come una macchia d'olio si diffonde e
impregna un pezzo di stoffa. Non permettere che alcuna parte di te sia
distratta, rendi il tuo essere recettivo e circondalo col Nome.
11 - Anche
durante l'invocazione del Nome, la sua ripetizione orale non deve essere
continua; il Nome pronunciato deve essere interrotto e differito da secondi o
minuti di pausa silenziosa e di concentrazione. La ripetizione del Nome può
essere paragonata al battito delle ali col quale l'uccello si alza nell'aria. Così,
l'anima, giunta al pensiero di Gesù e ricolma del ricordo di lui, può
interrompere la ripetizione del Nome e riposare in Nostro Signore. La
ripetizione sarà ripresa, quando altri pensieri minacciano di espellere il
pensiero di Gesù; allora l'invocazione comincerà di nuovo al fine di ottenere
più fresco vigore.
12 - Potrai
ripetere l'invocazione quanto a lungo desideri o puoi. La preghiera viene
naturalmente interrotta dalla stanchezza; non cercare di insistere. Ma
ricominciala di nuovo quando e dove ti senti disposto. A suo tempo sentirai il
nome di Gesù salire alle labbra spontaneamente e rimanere quasi costantemente
presente alla mente in modo silente e pacato. Perfino il tuo sonno sarà avvolto
dal Nome e dal ricordo di Gesù. «Io dormo ma il mio cuore veglia»
(Cantico dei Cantici).
13 - Quando
siamo impegnati nella invocazione del Nome, è naturale che si speri e si
insista per ricevere qualche positivo o tangibile risultato e cioè sentire che
abbiamo stabilito un reale contatto con la persona di Nostro Signore: «Se io
potessi sfiorare appena il tuo manto, sarei guarito» (Matteo, 9-21). Questa
felicissima esperienza è l'acme desiderato dell'invocazione del nome. «Io non ti lascerò andare, se non mi benedici».
Ma dobbiamo evitare una troppa inquieta attesa per tale esperienza: l'emozione
religiosa può facilmente diventare un mascheramento e causa di una pericolosa
bramosia e passione. Non pensiamo affatto che l'aver trascorso un certo tempo
nell'invocazione del Nome, senza «provare» qualcosa, sia tempo speso male e lo
sforzo sia infruttifero; al contrario, questa apparentemente sterile preghiera,
può essere più gradita a Dio dei momenti di rapimento, essendo scevra da ogni
egoistica ricerca di gaudio spirituale; essa è la preghiera della pura, nuda
volontà. Dobbiamo continuare a consacrare ogni giorno un
tempo prestabilito e regolare all'invocazione del Nome, anche se
ci sembra che questa preghiera lasci freddi e aridi. Questo accurato esercizio
della volontà, questa calma veglia nel Nome non può mancare di apportarci
benedizione e forza.
14 -
Inoltre, l'invocazione del Nome raramente ci lascia in uno stato d'aridità.
Coloro che hanno una qualche esperienza di ciò convengono che viene spesso
accompagnata da uno stato d'animo di gioia, tepore e luce. Uno ha l'impressione
di muoversi e camminare nella luce. In questa preghiera non vi è né pesantezza,
né stanchezza, né sforzo. «Il tuo Nome è come unguento sparso... Trascinami,
correremo dietro a te» (Il Cantico dei Cantici).
Un monaco
della Chiesa Orientale