• 04 Apr

    Emergenza educativa e tracce di percorsi educativi

    Dal DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

    Conferenza Episcopale Italiana

    61a ASSEMBLEA GENERALE

    Roma, 24 -28 maggio 2010

    Corroborati dallo Spirito, in continuità con il cammino indicato dal Concilio Vaticano II, e in particolare con gli orientamenti pastorali del decennio appena concluso, avete scelto di assumere l’educazione quale tema portante per i prossimi dieci anni.

    Tale orizzonte temporale è  proporzionato alla radicalità e all’ampiezza della domanda educativa.  E mi sembra necessario  andare fino alle radici profonde di questa emergenza per trovare anche le risposte adeguate a questa sfida.

    Io ne vedo soprattutto due.

    Una radice essenziale consiste -mi sembra -in un falso concetto di autonomia dell’uomo: l’uomo dovrebbe svilupparsi solo da se stesso, senza imposizioni da parte di altri, i quali potrebbero assistere il suo autosviluppo, ma non entrare in questo sviluppo.

    In realtà, è essenziale per la persona umana il fatto che diventa se stessa solo  dall’altro, l’”io” diventa se stesso solo dal “tu” e dal “voi”, è creato per il dialogo, per la  comunione sincronica e diacronica. E solo l’incontro con il “tu” e con il “noi” apre l’”io” a se stesso. Perciò la cosiddetta educazione antiautoritaria non è educazione, ma rinuncia all’educazione: così non viene dato quanto noi siamo debitori di dare agli altri, cioè questo “tu” e “noi” nel quale si apre l’”io” a se stesso.

    Quindi un primo punto mi sembra questo: superare questa falsa idea di autonomia dell’uomo, come un “io” completo in se stesso, mentre diventa  “io” anche nell’incontro collettivo con il “tu” e con il “noi”.

    L’altra radice dell’emergenza educativa io la vedo nello scetticismo e nel relativismo o, con parole più semplici e chiare, nell’esclusione delle due fonti che orientano il cammino umano.

    La prima fonte dovrebbe essere la natura seconda la Rivelazione.

    Ma la natura viene considerata oggi come una cosa puramente meccanica, quindi che non contiene in sé alcun imperativo morale, alcun orientamento valoriale: è una cosa puramente meccanica, e quindi non viene alcun orientamento dall’essere stesso.

    La Rivelazione viene considerata o come un momento dello sviluppo storico, quindi relativo come tutto lo sviluppo storico e culturale, o -si dice -forse c’è rivelazione, ma non comprende contenuti, solo motivazioni.

    E se tacciono queste due fonti, la natura e la Rivelazione, anche la terza fonte, la storia, non parla più, perché anche la storia diventa solo un agglomerato di decisioni culturali, occasionali, arbitrarie, che non valgono per il presente e per il futuro.

    Fondamentale è quindi ritrovare un concetto vero della natura come creazione di Dio che parla a noi; il Creatore, tramite il libro della creazione, parla a noi e ci mostra i valori veri.

    E poi così anche ritrovare la Rivelazione: riconoscere che il libro della creazione, nel quale Dio ci dà gli orientamenti fondamentali, è decifrato nella Rivelazione, è applicato e fatto proprio nella storia culturale e religiosa, non senza errori, ma in una maniera sostanzialmente valida, sempre di nuovo da sviluppare e da purificare.

    Così, in questo “concerto” – per così dire – tra creazione decifrata nella Rivelazione, concretizzata nella storia culturale che sempre va avanti e nella quale noi ritroviamo sempre più il linguaggio di Dio, si aprono anche le indicazioni per un’educazione che non è imposizione, ma realmente apertura dell’”io” al “tu”, al “noi” e al “Tu” di Dio.

    Quindi le difficoltà sono grandi: ritrovare le fonti, il linguaggio delle fonti, ma, pur  consapevoli del peso di queste difficoltà, non possiamo cedere alla sfiducia e alla rassegnazione.  Educare non è mai stato facile, ma non dobbiamo arrenderci: verremmo meno al mandato che il  Signore stesso ci ha affidato, chiamandoci a pascere con amore il suo gregge.

    Risvegliamo piuttosto nelle nostre comunità quella passione educativa, che è una passione dell’”io” per il “tu”, per il “noi”, per Dio, e che non si risolve in una didattica, in un insieme di tecniche e nemmeno nella trasmissione di principi aridi.

    Educare è formare le nuove generazioni, perché sappiano entrare in rapporto con il mondo, forti di una memoria significativa che non è solo occasionale, ma accresciuta dal linguaggio di Dio che troviamo nella natura e nella Rivelazione, di un patrimonio interiore condiviso, della vera sapienza che, mentre riconosce il fine trascendente della vita, orienta il pensiero, gli affetti e il giudizio.

    I giovani portano una sete nel loro cuore, e questa sete è una domanda di significato e di rapporti umani autentici, che aiutino a non sentirsi soli davanti alle sfide della vita. È desiderio di un futuro, reso meno incerto da una compagnia sicura e affidabile, che si accosta a ciascuno con delicatezza e rispetto, proponendo valori saldi a partire dai quali crescere verso traguardi alti, ma raggiungibili.

    La nostra risposta è l’annuncio del Dio amico dell’uomo, che in Gesù si è fatto prossimo a ciascuno. La trasmissione della fede è parte irrinunciabile della formazione integrale della persona, perché in Gesù Cristo si realizza il progetto di una vita riuscita: come insegna il Concilio Vaticano II, “chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa anch’egli più uomo”  (Gaudium et spes, 41).

    L’incontro personale con Gesù è la chiave per intuire la rilevanza di Dio nell’esistenza quotidiana, il segreto per spenderla nella carità fraterna, la condizione per rialzarsi  sempre dalle cadute e muoversi a costante conversione.

    Il compito educativo, che avete assunto come prioritario, valorizza segni e tradizioni, di  cui l’Italia è così ricca. Necessita di luoghi credibili: anzitutto la famiglia, con il suo ruolo peculiare e irrinunciabile; la scuola, orizzonte comune al di là delle opzioni ideologiche; la parrocchia, “fontana del villaggio”, luogo ed esperienza che inizia alla fede nel tessuto delle relazioni quotidiane.

    In ognuno di questi ambiti resta decisiva la qualità della testimonianza, via privilegiata della missione ecclesiale. L’accoglienza della proposta cristiana passa, infatti, attraverso relazioni di vicinanza, lealtà e fiducia. In un tempo nel quale la grande tradizione del passato rischia di rimanere lettera morta, siamo chiamati ad affiancarci a ciascuno con disponibilità sempre nuova, accompagnandolo nel cammino di scoperta e assimilazione personale della verità. E facendo questo anche noi possiamo riscoprire in modo nuovo le realtà  fondamentali.

    La volontà di promuovere una rinnovata stagione di evangelizzazione non nasconde le  ferite da cui la comunità ecclesiale è segnata, per la debolezza e il peccato di alcuni suoi membri.  Questa umile e dolorosa ammissione non deve, però, far dimenticare il servizio gratuito e appassionato di tanti credenti, a partire dai sacerdoti. L’anno speciale a loro dedicato ha voluto costituire un’opportunità per promuoverne il rinnovamento interiore, quale condizione per un più  incisivo impegno evangelico e ministeriale. Nel contempo, ci aiuta anche a riconoscere la testimonianza di santità di quanti – sull’esempio del Curato d’Ars – si spendono senza riserve per educare alla speranza, alla fede e alla carità. In questa luce, ciò che è motivo di scandalo,  deve tradursi per noi in richiamo a un “profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia”  (Benedetto XVI, Intervista ai giornalisti durante il volo verso il Portogallo, 11 maggio 2010).

    Cari Fratelli, vi incoraggio a percorrere senza esitazioni la strada dell’impegno educativo. Lo Spirito Santo vi aiuti a non perdere mai la fiducia nei giovani, vi spinga ad andare loro incontro, vi porti a frequentarne gli ambienti di vita, compreso quello costituito dalle nuove tecnologie di comunicazione, che ormai permeano la cultura in ogni sua espressione. Non si tratta di adeguare il Vangelo al mondo, ma di attingere dal Vangelo quella perenne novità, che consente in ogni tempo di trovare le forme adatte per annunciare la Parola che non passa, fecondando e servendo l’umana esistenza. Torniamo, dunque, a proporre ai giovani la misura alta e trascendente della vita, intesa come vocazione: chiamati alla vita consacrata, al sacerdozio, al  matrimonio, sappiano rispondere con generosità all’appello del Signore, perché solo così  potranno cogliere ciò che è essenziale per ciascuno.

    La frontiera educativa costituisce il luogo per un’ampia convergenza di intenti: la formazione delle nuove generazioni non può, infatti, che stare a cuore a tutti gli uomini di buona volontà, interpellando la capacità della società intera di assicurare riferimenti affidabili per lo sviluppo armonico delle persone.  Anche in Italia la presente stagione è marcata da un’incertezza sui valori, evidente nella fatica di tanti adulti a tener fede agli impegni assunti: ciò è indice di una crisi culturale e spirituale, altrettanto seria di quella economica. Sarebbe illusorio – questo vorrei sottolinearlo – pensare di contrastare l’una, ignorando l’altra.  Per questa ragione, mentre rinnovo l’appello ai responsabili della cosa pubblica e agli imprenditori a fare quanto è nelle loro possibilità per  attutire gli effetti della crisi occupazionale, esorto tutti a riflettere sui presupposti di una vita buona e significativa, che fondano quell’autorevolezza che sola educa e ritorna alle vere fonti dei valori. Alla Chiesa, infatti, sta a cuore il bene comune, che ci impegna a condividere risorse economiche e intellettuali, morali e spirituali, imparando ad affrontare insieme, in un contesto di reciprocità, i problemi e le sfide del Paese.

  • 04 Giu

    Trinità

     

    Santa Trinità ricevimi

     

    Padre santo,

    ricedimi nella tua tenerissima paternità,

    affinché, dopo aver percorso lo stadio nel quale,

    per il tuo amore, ho cominciato a correre,

    io ti riceva come premio della mia corsa

    in eterna eredità.

    Amabilissimo Gesù,

    ricedimi nella tua dolcissima fraternità.

    Porta con me il peso del giorno e del calore.

    Sii la mia consolazione in tutte le mie fatiche,

    il mio compagno e la mia guida
    in tutto il corso del mio viaggio.

    Spirito santo, Dio amore,

    ricedimi nella tua misericordiosa carità.

    Sii il maestro e l’istitutore
    di tutta quanta la mia vita
    e il tenero amico dell’anima mia.
    Amen.

     

    Santa Geltrude di Helfta, monaca cistercense  (1256-1302)

  • 14 Apr
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    Leva o Cristo il tuo stendardo

     

    E’ Pasqua, Pasqua del Signore!
    O tu, che sei veramente tutto in tutti!
    Di ogni creatura gioia, onore, cibo, delizia!
    Per mezzo tuo sono state messe in fuga
    le tenebre della morte, la vita è data a tutti,
    le porte del cielo si sono spalancate,
    Dio si è fatto uomo e l’uomo è elevato
    a somiglianza di Dio.
    O Pasqua divina, luce del nuovo splendore!
    Non si spegneranno più le lampade
    Delle nostre anime.
    Divino e spirituale,
    brilla in tutti il fuoco della grazia,
    alimentato dalla resurrezione di Cristo.
    Leva, o Cristo, il tuo stendardo sopra di noi
    e concedici di cantare con Mosè
    il cantico della vittoria,
    poiché tua è la gloria e la potenza in eterno! 

     

    Ippolito di Roma (+ 235), Traditio Apostolica

     

     

     

    «Voglio cantare in onore del Signore:

    perché ha mirabilmente trionfato,

    ha gettato in mare cavallo e cavaliere.

     Mia forza e mio canto è il Signore,

    egli mi ha salvato.

    Esodo 15,1-2

    «Voglio cantare in onore del Signore:

    perché ha mirabilmente trionfato,

    ha gettato in mare cavallo e cavaliere.

     Mia forza e mio canto è il Signore,

    egli mi ha salvato.

    Esodo 15,1-2

     

  • 10 Apr
    Pasqua Commenti disabilitati su Io credo nel Vivente

    Io credo nel Vivente

     

    Io credo in Dio.

    Io credo che la nostra storia è abitata,

    sostenuta, fecondata dal Signore vivente.

    Io credo, nel frastuono del mondo,

    di udire il colpo che Egli batte alla porta,

    di scoprire il passo silenzioso di Colui che viene.

    Per questo, prego al capezzale dei malati

    e degli agonizzanti;

    grido con tutti gli oppressi del mondo,

    cerco con tutti gli appassionati,

    lotto con tutti coloro che lottano.

    Perché viene Colui che stravolge i destini
    e apre le strade,

    che disarma tutte le rassegnazioni
    e suscita nuove responsabilità,

    il cui progetto fa impallidire ogni programma.

    Attendo il Vivente
    la cui resurrezione si chiama speranza.

     

     

     

    Dalla Chiesa Riformata

     

     

     

     

     

     

     

     

    È presente come il primo giorno.

    È presente fra noi come il giorno della sua morte.

    È presente eternamente fra noi come il primo giorno,

    eternamente, tutti i giorni.

    È presente fra noi.

    In tutti i giorni della sua eternità.

     

     

  • 09 Apr
    Pasqua Commenti disabilitati su E’ Pasqua

    E’ Pasqua!

     

    È Pasqua, Pasqua del Signore.

    O Tu, che solo sei veramente tutto in tutti!

    Di ogni creatura gioia, onore, cibo, delizia,

    per mezzo tuo sono state fugate
    le tenebre della morte, la vita data a tutti,

    le porte dei cieli spalancate.

    Dio si è fatto uomo e l’uomo
    elevato a somiglianza di Dio.

    O Pasqua divina! O Pasqua,

    luce del nuovo splendore.

    Non si spegneranno più

    le lampade delle nostre anime.

    Divino e spirituale brilla in tutti
    il fuoco della grazia,

    nel corpo e nell’anima,

    alimentato dalla Risurrezione di Cristo.

    Ti preghiamo, o Cristo, Dio Signore,

    Re eterno degli spiriti:

    stendi le tue mani protettrici sulla tua santa Chiesa
    e sul tuo popolo santo;

    difendilo, custodiscilo, conservalo.

    Leva lo stendardo sopra di noi
    e concedici di cantare con Mosè
    il cantico della vittoria,

    perché tua è la gloria e la potenza
    in eterno. Amen

    Sant’Ippolito di Roma, III sec.

     

    Questo è il giorno che ha fatto il Signore: Alleluia!

    Rallegriamoci e in esso esultiamo: alleluia!

    Questo è il giorno che ha fatto il Signore: Alleluia!

    Rallegriamoci e in esso esultiamo: alleluia

     

  • 08 Apr

    Veglia pasquale 1966

     

    V’è una Notte in cui vegliando al tuo sepolcro,

    più che mai siamo Chiesa,

    è la notte in cui lottano in noi

    disperazione e speranza:

    questa lotta si sovrappone sempre
    a tutte le lotte della storia
    interamente impregnandole

    (perdono il loro senso?
    o solamente allora l’acquisiscono?).

    Questa notte il rito della terra
    si ricongiunge al suo inizio,

    mille anni come un’unica Notte:

    Notte di veglia al tuo sepolcro.

     

    Karol Wojtyla, Pietra di luce

     

      

    Mors et vita duello

    conflixere mirando,

    dux vitae mortuus

    regnat vivus.

     

     

    Sequenza pasquale, Vicitmae pascali laudes

  • 05 Apr

    Maria icona perfetta

     

     

    Maria è nella Chiesa l’icona del nostro vivere,

    Maria, umile e alta più che creatura,

    anello d’oro del tempo e dell’eterno,

    fiore di luce nel nostro deserto,

    è raggiunta dall’amore di Dio

    e accetta di non vivere più

    senza mistero.

    In lei finalmente è stato possibile

    estrarre dalla creazione

    uno sguardo che non perde l’innocenza del suo brillare.

    È emerso nel mondo un essere che è solo bontà,

    una mano incapace di colpire,

    una innocenza minacciata eppure vittoriosa,

    un gesto che non racchiude alcuna ambiguità.

    È apparso nella storia un cuore  senza divisioni,

    una verginità senza rimpianti,

    un amore che unisce castità e tenerezza,

    un frutto non avvelenato dal serpente,

    una bellezza non più in frammenti.

    In lei la creazione intera è vergine di nuovo.

    Viene ora come pienezza d’umano,

    come porta del mistero.

    Viene come nostalgia di bellezza,

    come promessa di un altro modo

    di abitare la terra.

    Viene come immagine conduttrice del nostro vivere,

    viene come icona di quanti sono pellegrinanti
    nei campi della vita
    in attesa di pellegrinare nella luce.

     

     Agorà dei Giovani, Loreto 2007

    aaaaa

  • 04 Apr

    Litanie Mariane

     

    Maria donna senza retorica

    liberami dal multiloquio vaneggiante

    Maria donna feriale

    rendimi allergico ai tripudi di feste
    che naufragano nel vuoto

    Maria donna dell’attesa

    distruggi in me la frenesia di volere tutto e subito

    Maria donna innamorata

    affrancami dalla voglia di essere sempre capito e amato

    Maria donna gestante

    donami la gioia di sentire nel grembo i fremiti del mondo

    Maria donna accogliente

    dilata a non finire in me la tenda dell’accoglienza

    Maria donna del primo passo

    insegnami a camminare senza contare i passi

    Maria donna missionaria

    rendi polverosi i miei piedi per il lungo calcare

    i sentieri del mondo

    Maria donna di parte

    rendi costante in me il rigetto di ogni compromesso

    Maria donna del primo sguardo

    dilata i miei occhi con la luce del Risorto

    Maria donna del pane

    affina in me il gusto dell’essenziale nella semplicità

    Maria donna di frontiera

    snidami dalle retroguardie della mia codardìa spirituale

    Maria donna coraggiosa

    attrezzami per osare l’impossibile e l’imprevedibile

    Maria donna in cammino

    provoca in me il rifiuto definitivo

    della poltrona e delle pantofole

    Maria donna del riposo

    fammi sognare a occhi aperti accanto

    a tutti i poveri del mondo

    Maria donna del vino nuovo

    regalami un cuore traboccante di gioia e di letizia

    Maria donna del silenzio

    stabilisci il mio domicilio nella contemplazione di Dio

    Maria donna obbediente

    attira il mio sguardo perché possa obbedire

    sempre più in alto

    Maria donna del servizio

    prestami il tuo grembiule preparato a Nazareth

    e mai dismesso

    Maria donna vera

    strappami le plastiche facciali che sfregiano

    l’immagine di Dio

    Maria donna del popolo

    abolisci in me ogni traccia di privilegio

    e annullane anche il desiderio

    Maria donna che conosce la danza

    fa’ di me un rigo musicale su cui ognuno

     possa cantare la sua vita

    Maria donna del sabato santo

    rendimi familiare la morte

    come ingresso nella risurrezione

    Maria donna del terzo giorno

    addestrami a leggere la storia alla luce dell’Apocalisse

    Maria donna conviviale

    prepara ogni giorno la mensa del mio cuore

    con tovaglia, un fiore, un pane

    Maria donna del piano superiore

    scioglimi dall’arroganza della carriera per accedere

    solo al piano dello Spirito Santo

    Maria donna bellissima

    fa’ che io scopra le iridescenze di una vita tutta

    acqua e sapone

    Maria donna elegante

    donami un sorriso per ogni gesto di amore

    Maria donna dei nostri giorni

    depenna eventuali rimpianti del passato,

    perché renda già presente il futuro

    Maria donna dell’ultima ora

    affretta il mio passo verso il fratello che mi attende

                verso il Cristo che mi precede

                verso il Padre pronto ad accogliermi nell’Amore

                dello Spirito.

     

    Invocazioni tratte dagli scritti di mons. Tonino Bello

     

    affretta il mio passo verso il fratello che mi attende

                verso il Cristo che mi precede

                verso il Padre pronto ad accogliermi nell’Amore

                dello Spirito.

  • 03 Apr

    E’ veramente giusto

     

    È veramente giusto glorificare te,
    o Madre di Dio,
    sempre beata e tutta immacolata
    e Madre del nostro Dio.
    Te più onorabile dei cherubini
    e senza confronto più gloriosa
    dei serafini;
    te, che senza ombra di corruzione,
    partoristi il Verbo di Dio,
    te magnifichiamo
    quale vera Madre di Dio.

    Divina Liturgia di san Giovanni Crisostomo

     

     La pietà della Chiesa verso la Santa Vergine è elemento intrinseco del culto cristiano.
    La Santa Vergine viene dalla Chiesa giustamente onorata con un culto speciale.
    In verità dai tempi più antichi la beata Vergine Maria
    è venerata col titolo di “Madre di Dio”, sotto il cui presidio i fedeli, pregandola,
    si rifugiano in tutti i pericoli e le loro necessità.

    CCC 971

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

  • 02 Apr

    Donna del dolore

     

    Santa Maria, donna del dolore,

    madre dei viventi, salve!

    Novella Eva,

    Vergine sposa presso la Croce,

    dove si consuma l’amore

    e sgorga la vita.

    Madre dei discepoli,

    sii tu l’immagine conduttrice

    nel nostro impegno di servizio;

    insegnaci a sostare con te

    presso le infinite croci

    dove il tuo Figlio è ancora crocifisso;

    a vivere e a testimoniare l’amore cristiano,

    accogliendo in ogni uomo un fratello;

    a rinunciare all’opaco egoismo
    per seguire Cristo, sola luce dell’uomo.

    Vergine della Pasqua,

    gloria dello Spirito,

    accogli benigna la nostra preghiera.

    Dal Proprio Liturgico dei Servi di Maria

     

     

     

     

    Maria fu introdotta nel mistero della croce

    e ciò le diede il coraggio di stare presso la croce,

    benché il suo cuore materno bruciasse di dolore.

    Teofanie il Recluso, Lettere

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