La lunga discussione a Gerusalemme e l’intervento di Pietro:
Atti 15,1-12
a cura di p. Attilio Franco Fabris
Il brano riporta un momento di discernimento critico e fondamentale nel cammino della prima comunità cristiana.
Il testo parla di “una lunga discussione”. Proviamo ad immaginarla… quando si discute c’è sempre da temere: la discussione infatti è un rischio, ovvero c’è il rischio della divisione, dello scontro. Eppure questo rischio deve essere corso. Il testo sottolinea l’aggettivo “lunga”: è importante perché ci dice la fatica nel trovare una soluzione, l’arroccarsi ciascuno sulle proprie posizioni: sembra non esserci via d’uscita.
Il nostro quotidiano è segnato da tanti interrogativi di minor o grave importanza. Questi problemi sono spesso nascosti dietro le apparenze del quotidiano. Covano fra noi, sotto la cenere problemi terribilmente seri. Sappiamo tutti che, se li affrontiamo, c’è il rischio della spaccatura. E allora? Meglio far finta di niente! Ma questa è la soluzione che salvaguardia l’unità? Certamente no!
Ma una di uscita c’è. E’ l’intervento di Pietro: “Dopo lunga discussione Pietro si alzò e disse…”. Se non c’è il responsabile dell’unità e del bene comune certe situazioni di confronto, di dibattito, di divisione non si possono sbloccare. Non si può pensare che su certe questioni capitali il consenso venga fuori naturalmente, spontaneamente, dalla base. L’esperienza dice che dalla base non ci si può attendere un consenso né spirituale né culturale: occorre l’intervento di colui che nel Signore, dopo un attento ascolto, si fa interprete della verità, dell’unità e del bene comune.
La base poteva non riconoscere a Pietro questa autorità. Difatti Pietro esita, per timore della disapprovazione… ma poi prende posizione, rischia. Ciò che compromette l’unità e il bene comune è l’ambiguità, quell’ambiguità la quale si manifesta, prima che nelle scelte pratiche, nel disagio nel prendere posizione circa la verità.
Certo, l’esperienza ci dice che non è sempre facile distinguere bene i problemi a la verità delle loro soluzioni: ma è vero che ci sono delle verità di immediata evidenza sulle quali bisognerebbe prendere posizione, e non si ha il coraggio di farlo.
Alla fine della “lunga discussione” e dopo l’intervento del responsabile della comunità, l’assemblea tace.
Piste di riflessione
∑ Hai l’impressione che su certi problemi la comunità non si interroga mai? Quale secondo te il motivo? Nella nostre comunità si ha il coraggio della discussione, anche “se lunga”?
∑ Quali problemi di capitale importanza, e mai affrontati decisamente, le nostre comunità e la provincia dovrebbero coraggiosamente porsi nel prossimo Capitolo?
∑ Il servizio dell’autorità come attualmente è interpretato e vissuto avrebbe bisogno di essere rivisto alla luce del brano sopra meditato?