Alcuni accenni di arte altomedievale/longobarda
Con il termine Altomedioevo si indica il periodo storico compreso fra il VII secolo e la metà dell’XI secolo d.C. Inizialmente il territorio dell’Italia è diviso tra Longobardi e Bizantini, in continua lotta fra loro. Con l’intervento di Carlo, re dei Franchi, il dominio longobardo viene abbattuto. Egli riunisce sotto di sé il territorio francese, l’Italia settentrionale e parte dell’Italia centrale. La civiltà romana del tardo impero diventa il modello da imitare: nell’arte si recuperano le forme espressive del mondo classico e cristiano: questo periodo, infatti, viene comunemente definito «rinascita carolingia». In questa complessa realtà l’arte, ovviamente, non può manifestare caratteri unitari. Pur nel generale disordine e nella profonda crisi economica, rimangono vive ed operanti le tradizioni artistiche locali, che vengono arricchite, soprattutto nell’Italia del Nord, dagli influssi dell’arte longobarda, carolingia ed ottoniana. La parola «barbaro» significa letteralmente «straniero» ma, per estensione, è entrata nel linguaggio corrente come sinonimo di «incolto, rozzo, ignorante, di civiltà inferiore». Certamente la cultura barbarica appare, rispetto a quella del tardo impero e bizantina, ancora a livello primitivo; tuttavia le opere d’arte a noi pervenute, pur nella loro semplicità e ripetitività di temi, sono certamente il risultato di un lavoro accurato, dovuto ad artigiani specializzati. La cultura barbarica è una cultura rurale e per il barbaro l’arte è soprattutto decorazione ed ornamento. Acquistano una notevole importanza i centri culturali religiosi. L’artigianato, nel convento, è regolato da norme e organizzato in fasi e tempi di lavoro: la vita operosa diviene un valore positivo ed una forma di preghiera. L’arte non serve più a produrre oggetti che, per quanto ricchi ed elaborati, sono rivolti essenzialmente alla vita quotidiana; essa è finalizzata nuovamente alla costruzione di opere destinate alla collettività e realizzate per la gloria di Dio. Molte di queste opere non recano la firma del loro autore e ciò ha fatto ritenere che fossero il risultato di un’attività collettiva spontanea, non sottoposta alla guida di un «direttore dei lavori». In realtà, però, qualcuno che si curasse di suddividere i compiti dei singoli e controllasse l?interno svolgimento del lavoro doveva necessariamente esistere. E’ vero invece che, in questo periodo, è considerato fondamentale svolgere bene un mestiere e non tanto esprimersi in modo personale. All’artigiano si richiede soprattutto di dimostrare la sua abilità tecnica, mentre non si valuta importante la sua originalità espressiva: quindi firmare l’opera non ha, per l’autore, alcun significato. Alto medioevo: architettura Le testimonianze dell’arte medioevale si riferiscono essenzialmente a costruzioni ed opere di carattere religioso. A Roma, ed in tutta l?Italia Centrale, gli edifici della tarda romanità (templi, terme, basiliche) vengono consacrati al culto cristiano e vengono decorati in modo da assumere l’aspetto di chiese vere e proprie; marmi romani (capitelli, architravi, fusti di colonne, ecc.) vengono largamente impiegati nelle chiese. Caratteristica dell’architettura di questi secoli è, appunto, il reimpiego di elementi di spoglio dagli antichi edifici di epoca romana. Anche gli ordini monastici (soprattutto Benedettini) fondano, ampliano e restaurano opere di carattere religioso. Alcune di esse sono simili, come a Borzone, alle costruzioni ravennate; altre sono più semplici, con pianta rettangolare. Hanno muri spessi e finestre molto strette; all’interni, le colonne sono talvolta sostituite da pilastri. Nel territorio sorgono insediamenti isolati, di suo sia civile (rocche, castelli) sia religioso (abbazie). Essi sorgono in posizione strategica, tale da garantire il controllo a vista del territorio circostante. Con il passare del tempo, attorno a questi insediamenti si sviluppa un borgo, realizzato dapprima con costruzioni in legno, che diviene successivamente un agglomerato di case in pietra e mattoni. Nelle abbazie, i monaci svolgono un’intensa attività culturale e di sviluppo agricolo.