• 04 Gen

    Siamo come viandanti                                                      

    che per un momento si fermano e cantano;                    

    ancora intorpiditi dalle pene del viaggio.                        

    Ben lo sappiamo che, sulla montagna dell’oggi             

    non possiamo piantare le tende della pace.                   

    Ben lo sappiamo che dobbiamo ripartire

    scendere nelle pianure ostili, risalire le valli,                   

    guadare i fiumi, traversare i deserti,                                

    e camminare ancora e sempre ancora.  

    Ma sappiamo anche che un giorno

    a noi sconosciuto,   

    giungeremo alle porte della Città  

    il cui re è un Bambino                     

    e la cui sola luce è l’Agnello immolato.

    Per questo noi ti rendiamo grazie,

    Padre santo, per averci donato

    un poco di questa gioia                 

    che domani lieviterà il mondo

    quando il Figlio tuo, vincitore,

    si porrà alla testa dell’immenso corteo umano   

    e riconsegnerà il regno ormai maturo                             

    per la festa definitiva e sicura.
    Noi allora regneremo con Lui

    per i secoli dei secoli. Amen.

  • 02 Gen

    Nel mistero della sua Incarnazione, Dio trascende la sua trascendenza, trascende la sua santità bruciante (secondo alcuni Padri la parola “Dio” viene dal verbo bruciare) e rende la sua umanità deificata consostanziale ad ogni uomo.

    È l’ultima azione dell’amore di Dio, che Nicola Cabasilas chiama “manikos eros”-“amore folle” di Dio per l’uomo: “Non vi chiamo più servi, ma amici”.

    Paul Evdokimov, L’Ortodossia

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