Roberto non appartenne alla famiglia dei conti di Aurillac come si era sempre ritenuto secondo la tradizione, ma alla famiglia dei Turlande. Sembra che sua madre al momento del parto fu colta dalle doglie mentre si recava in un castello vicino, perciò si dovette fermare nei boschi, e qui dare alla luce Roberto: da questo evento alcuni predissero che sarebbe diventato un eremita. Un altro evento ricordato della sua infanzia è quando sua madre non poté più allattarlo e per questo lo affidò a due balie, dalle quali però il bambino non volle allattare: sembra che tali balie non conducessero una vita morigerata.
Fu inviato per gli studi culturali e spirituali presso gli ecclesiastici di SaintJiulien, situato nell’alta Loira. Dimostrando ottime qualità fu ammesso alla vita ecclesiastica, divenendo canonico di San Giuliano. Si racconta che facesse molte veglie e preghiere notturne e di giorno si occupava di aiutare i poveri ed i malati, e che molti di essi furono guariti improvvisamente solo standogli nei pressi. Tale attaccamento per i più miseri si accrebbe con il tempo. A tale scopo fece edificare un ospedale a Brioude. Poco tempo dopo ottenne l’ordinazione a presbitero e cominciò a celebrare la s. Messa tutti i giorni.
Andò poi nell’abbazia benedettina di Cluny, sede principale della spiritualità del suo tempo, e vi rimase per circa quaranta anni, seguendo la regola del suo santocompatriota abate Odilone.
Tornato forzatamente a Brioude, ebbe in mente di fondare un nuovo ordine monastico e per tale motivo si apprestò a contattare e chiedere l’approvazione al papa Benedetto IX. Il Pontefice lo incoraggiò a ritirarsi con due suoi compagni in un posto boschivo a sud-est dell’Arvenia. Qui Roberto ed i suoi compagni costruirono un eremitaggio che chiamarono per l’appunto Casa di Dio (Chaise-Dieu).
Rapidamente tale posto richiamò molti discepoli, e Roberto fu costretto a costruire nel 1050 un vero e proprio monastero nel quale fece applicare la regola di san Benedetto. Papa Leone IX eresse poco dopo tale monastero ad abbazia ed essa divenne in breve una delle più fiorenti sedi della cristinità del tempo. Alla morte di Roberto nel 1067 essa contava circa 300 monaci ed aveva inviato in tutta la Francia altri monaci fondatori di monasteri analoghi.
Roberto fondò anche il ramo femminile di tale ordine a Lavadieu presso Brioude. In coincidenza con l’elezione di Pierre Roger, monaco di Chaise-Dieu a papa con il nome di Clemente VI, l’abbazia raggiunse la sua massima fama. In essa fu custodito il corpo di san Roberto fino a quando gli Ugonotti lo bruciarono durante le guerre di religione. Infine l’abbazia fu quasi completamente distrutta durante la rivoluzione francese: rimangono solo la chiesa grande, il chiostro, la tomba di Clemente VI e la torre clementina.
La Chiesa cattolica ne celebra la memoria liturgica il 19 aprile.
Il terzo successore di Robero fu l’abate Lantelmo il quale accetto l’invito del vescovo di Genova Ugone della Volta ad accettare il monastero di Borzone: i monaci de “La Chaise-Dieu” vi entrarono nel 1186 rimanendovi sino al 1536.
-
02 Dic
Posted by admin @ 17:31